Non ci sono solo le steppe dei Tartari, in Asia Centrale. Ma catene montuose, un tempo ricoperte di rigogliose foreste, che ancora ospitano le specie originarie delle nostre più comuni piante da frutto. Mela, prugna, ciliegia, albicocca e noce vengono da queste montagne, e sono state diffuse in Europa dai mercanti che trafficavano dalla Cina all'Europa lungo la Via della Seta. Di qui si sono diffuse in tutto il mondo. Anche la mela di Biancaneve viene da queste montagne: le qualità di mela Delicious e Golden originano da  Kazakhstan e Kyrgyzstan.

 
Questi alberi crescono rigogliosi in montagne semi-aride e hanno sviluppato una naturale tolleranza ai suoli asciutti. L'aridità rappresenta una delle principali minacce del cambiamento climatico all'agricoltura. Queste specie naturali molto più resistenti alle malattie e al cambiamento del clima, potrebbero rappresentare l'unica risorsa per recuperare il genoma originario in caso di moria delle piante modificate. Sono quindi un patrimonio essenziale per la sicurezza alimentare.
Ora però le specie originarie di melo, prugno, ciliegio, albicocco e noce rischiano l'estizione.
 
Secondo gli studi di Fauna & Flora International, negli ultimi cinquant'anno il 90 per cento delle foreste  dell'Asia Centrale è scomparso. Tra le specie a rischio,  44 alberi in Kyrgyzstanc, Kazakhstan, Uzbekistan, Turkmenistan and Tagikistan. "Questi paesi non hanno le risorse per proteggere il loro prezioso patrimonio," commenta la dottoressa Antonia Eastwood, di Flora and Fauna International e leader del team di scienziati che ha redatto la lista rossa delle specie minacciate in Asia Centrale.
 
 
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