VANCOUVER, British Columbia, 5 aprile 1998 - La corte Suprema della British Columbia ha emesso sentenza di condanna a 21 giorni di prigione e due anni di probazione contro gli attivisti (due belgi, un canadese e un tedesco) che si erano incatenati alle macchine per il taglio degli alberi. Il blocco era stato attuato nella King Island su invito della coalizione dei capi tradizionali indiani Nuxalk (Nuxalk First Nation Hereditary Chiefs) Greenpeace fa notare che il governo condanna gli attivisti, mentre le compagnie hanno violato il codice
136 volte dalle senza essere mai essere condotte in giudizio.
Anzi, la sentenza è stata emessa venerdì 3, mentre il governo della British Columbia annunciava ben 500 modifiche al codice che attualmente protegge le foresta, in modo di poter consentire nuovi indiscriminati tagli su larga scala nell'antica foresta pluviale canadese. Un terzo della foresta rimasta potrebbe sparire in poco tempo. L'80% delle valli sono ormai state disboscate, facendo scomparire l'ecosistema del grizzly, del Kermode o Spirit Bear, del daino dalla coda nera, il lupo grigio, di specie rare di salmoni. Quasi cento diversi vertebrati devono la loro vita a queste foreste, le rischiano di scomparire insieme ad esse. Greenpeace chiede una moratoria internazionale che protegga la British Columbia dalla voracità delle compagnie e dalla pratica devastante di taglio a raso".
Greenpeace ha organizzato ieri azioni internazionali di protesta in Germania e Belgio, facendo convergere attivisti da Germania, Belgio, Austria, Svezia, Gran Bretagna, Danimarca e Stati Uniti, per protestare contro la nave S/S Saga Wind, che trasporta pasta di cellulosa proveniente dalle foreste della British Columbia. In 23 città tedesche sono state organizzate iniziative di protesta di fronte alle filiali della ditta Clariant, responsabile del taglio
delle foreste in British Columbia.