I sostenitori di Survival International hanno manifestato oggi davanti alle ambasciate e ai consolati peruviani di San Francisco e di varie città europee contro l’espansione del progetto del gas Camisea nella foresta amazzonica del Perù, che minaccia le vite degli Indiani incontattati.

 

Con cartelli e maschere anti-gas, i manifestanti hanno denunciato gli effetti letali del progetto Camisea sulle tribù amazzoniche incontattate che abitano nell’area. In seguito, hanno consegnato alle ambasciate e ai consolati peruviani taniche di benzina contenenti i nomi delle 120.000 persone che hanno firmato la petizione urgente lanciata da Survival. La petizione chiede al Presidente del Perù di impedire ai forestieri e alle compagnie di invadere la terra delle tribù incontattate.

Nonostante anche l’ONU abbia chiesto la "sospensione immediata" dei lavori, il Ministro dell’Energia peruviano sta per approvare un’importante espansione del progetto che, con tutta probabilità, risulterà devastante per le tribù.

Camisea si estende proprio nel cuore della Riserva Nahua-Nanti – una zona creata per gli indiani incontattati, che funge anche da cuscinetto per il Parco Nazionale di Manu, definito dall’UNESCO “il luogo a più alta biodiversità di tutta la terra”. Camisea è il progetto d’estrazione del gas più grande del Perù, ed è gestito dall’argentina Pluspetrol, dall’americana Hunt Oil e dalla spagnola Repsol.

Gli indiani incontattati sono estremamente vulnerabili alle malattie introdotte dagli stranieri: negli anni '80, le prime esplorazioni nel Lotto Camisea provocarono la morte di metà della popolazione nahua.

Oltre ai rischi di trasmettere malattie tramite il contatto, i lavori minacciano anche di distruggere la foresta e di far fuggire gli animali da cui gli Indiani dipendono per la sopravvivenza.

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