I leader papuasi hanno espresso la loro preoccupazione verso un progetto che prevede la costruzione, da parte di un migliaio di soldati indonesiani, di più di 1.500 chilometri di nuove strade nei prossimi due anni. Il piano mira ad accelerare lo sviluppo nel Papua Occidentale. Il governo sostiene che l’instabilità della regione è causata dalla mancanza di sviluppo, mentre i Papuasi attribuiscono la colpa dei loro problemi alla violazione dei loro diritti umani e politici.

Survival International teme che l’afflusso di soldati non porterà alla regione né sviluppo né pace.

"I Papuasi Occidentali non hanno bisogno di grandi strade - ha dichiarato a Survival il Reverendo Socratez Yoman, un leader papasso - ma di una vita migliore sulla propria terra, senza intimidazioni, terrore, abusi e uccisioni".

Secondo un altro leader, Markus Haluk, le strade aprirebbero le foreste al disboscamento illegale, in gran parte probabilmente per mano degli stessi militari.

La presenza dell’esercito nel Papua Occidentale è quasi sempre accompagnata da violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni, detenzioni arbitrarie, stupri e torture.

Il cosiddetto sviluppo ha già inflitto enormi danni al popolo papuaso. Infatti, nonostante ospiti la miniera d’oro più grande del mondo, il Papua Occidentale rimane la regione più povera dell’Indonesia; si ritiene che qui i tassi di HIV/AIDS siano 20 volte più alti che nel resto del paese. Molti dei casi di HIV/AIDS risalgono all’industria del sesso, che ha accompagnato l’arrivo dei lavoratori impiegati nelle industrie della pesca, del legname e delle miniere.

In alcune aree i militari hanno fornito alcool e prostitute per corrompere i leader tribali e ottenere l’accesso alla loro terra e alle loro risorse naturali. La malattia sta devastando alcune tribù. L’incidenza è particolarmente alta in aree in cui il cosiddetto “sviluppo” ha già preso piede, come nei pressi della miniera anglo-statunitense Grasberg.

Joomla templates by a4joomla