Mentre continua l’assalto all’Amazzonia guidato dal presidente in carica Bolsonaro, il quale ha decapitato l’agenzia ambientale e paralizzato l’agenzia indigena Funai. E così, sentendosi protetti e impuniti, gli allevatori hanno iniziato a bruciare a foresta espandere pascoli e piantagioni, fino a indire una “giornata del fuoco”. Il risultato è la distruzione di 1.700 chilometri quadrati di foresta ogni mese, il triplo rispetto al governo precedente. Come promesso dal presidente i roghi restano impuniti: nessuno dei 2.539 cause processi per i roghi si è concluso con una condanna.
Ora gli allevatori guardano alle terre indigene, che lo stesso presidente considera un impaccio. E così un altro difensore dei diritti degli indigeni, Maxciel Pereira dos Santos, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco di fronte alla sua famiglia a Tabatinga.