Mentre continua l’assalto all’Amazzonia guidato dal presidente in carica Bolsonaro, il quale ha decapitato l’agenzia ambientale e paralizzato l’agenzia indigena Funai. E così, sentendosi protetti e impuniti, gli allevatori hanno iniziato a bruciare a foresta espandere pascoli e piantagioni, fino a indire una “giornata del fuoco”. Il risultato è la distruzione di 1.700 chilometri quadrati di foresta ogni mese, il triplo rispetto al governo precedente. Come promesso dal presidente i roghi restano impuniti: nessuno dei 2.539 cause processi per i roghi si è concluso con una condanna. 

Ora gli allevatori guardano alle terre indigene, che lo stesso presidente considera un impaccio. E così un altro difensore dei diritti degli indigeni, Maxciel Pereira dos Santos, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco di fronte alla sua famiglia a Tabatinga. 

Maxciel Pereira dos Santos era un funzionario dell’agenzia indigena Funai (Fondazione Nazionale dell’Indigeno) e aveva denunciato più volte le organizzazioni criminali che abbattono le foreste indigene per estrarre legname e oro.
 
Solo nel 2018, secondo Global Witness, sono stati uccisi 164 attivisti che si battevano per la protezione dell’ambiente e dei diritti indigeni.
 
 
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