Localizzata tra i bacini dei fiumi Atrato e San Juan Rivers, la regione del Chocó include ampi tratti di foresta tropicale. L'alta piovosità e l'isolamnto ne hanno fatto un hotspot di biodiversità.
Per secoli quers'area à stata abitata dal popolo indigeni degli Embera, e successivamente dalle comunità afro-colombiane del fiume Jiguamiandó.
Nel 2005, il governo colombiano ha ceduto alla compagnia mineraria statunitense Muriel Mining Corporation i diritti per 30 anni di estrazione di rame, oro e altri minerali. E' nato così il progetto minerario di Mandé Norte, esteso su 11.000 etteri di territorio indigeno e afro-colombiano, attraverso le municipalità di Murindó (Antioquía) e Carmen del Darién (Chocó). Da allora è cresciuta anche la violenza da parte dell'esercito colombiano e delle forze paramilitari, incaricati di proteggere le operazioni minerarie e di forzare le comunità locali a migrare dalle aree interessate.
Nel gennaio 2009 i funzionari della miniera hanno violato il sito sacro di Cerro Cara Perro, noto anche come Ellausakirandarra, senza previa consultazione con le comunità della zona (violando in questo modo la Costituzione della Colombia, la Convenzione internazionale ILO e la legge colombiana n. 70 del 1993). Le operazioni minerarie inoltre hanno contaminato il corso dei fiumi Jiguamiandó e Murindó Rivers, a valle della miniera. Le comunità di Alto Guayabal, Bachidubi, Bella Flor, Cañaveral, Caño Seco, Koredó, Coredocito, Guaguay, Isla, Lobo, Nueva Esperanza, Pueblo Nuevo, Puerto Lleras e Urada si sono unite per opporsi allo sfruttamento minerario, con il supporto di diverse organizzazioni umanitarie.
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