Il Tribunale interamericano per i diritti umani ha deliberato in merito al caso di una piccola comunita' Mayagna di Awas Tingni, che si trova nell'area costiera delle foreste nicaraguesi. La decisione della Corte ha affermato l'esistenza del diritto collettivo dei popoli indigeni sulla loro terra, sulle risorse e l'ambiente. Questo diritto era stato violato dal governo del Nicaragua quando esso ha concesso ad una compagnia coreana di deforestare la zona senza aver consultato i suoi abitanti.
"Per le comunità indigene, dice tra l'altro la sentenza, la relazione con la terra non è una mera questione di possesso e produzione, ma è ha implicazioni materiali e spirituali, ed è uno dei mezzi per preservare il loro retaggio culturale e trasmetterlo alle generazioni future". Il Tribunale ha ordinato che la zona in questione venga delimitata e restituita a pieno titolo alle comunità locali e che il governo presenti rapporti biennali sulle misure prese per adempiere alla sentenza. La lotta nonviolenta della comunita', infatti, data dal 1992.
Uno dei preziosi alleati che hanno aiutato Awas Tingni e' stato il gruppo internazionale di attivisti Weatherhead Center, in particolar modo la squadra di etnologi ed antropologi che fa parte del programma Ponsacs (Program on Nonviolent Sanctions and Cultural Survival - Programma sulle sanzioni nonviolente e la sopravvivenza culturale) che hanno sostenuto le azioni legali presentando studi e mappature e affiancando i propri avvocati a quelli nicaraguesi.
Le denunce della comunità hanno preso forma di azione legale nel 1995, dopo che un accordo trilaterale per la raccolta di legname, fra Awas Tingni, il governo nicaraguese ed una ditta dominicana, venne violato con la concessione di una vasta zona della foresta pluviale ad una compagnia coreana. Non avendo ottenuto risposte dal sistema legale del Nicaragua (le sentenze si rifacevano all'accordo trilaterale per dichiarare la "piena consapevolezza" e corresponsabilita' della comunita' indigena), nonostante la deforestazione fosse in pieno contrasto con le leggi ambientali del paese, Awas Tingni ha interpellato la Commissione per i diritti umani.
Quest'ultima ha promosso numerosi incontri volti ad aiutare le parti a raggiungere un accordo, ma il governo è restato sordo, e la Commissione non aveva potere legale di imporre una decisione, quindi il caso è passato al Tribunale Interamericano per i diritti umani.
Il Tribunale ha dibattuto per la prima volta il caso a San Jose', dal 15 al 17 novembre 2000, ascoltando tra gli altri tre membri della comunità Mayagna, gli attivisti del Ponsacs, una dozzina di testimoni esperti provenienti dal Nicaragua e da altre nazioni latinoamericane. Infine, l'anno dopo vi e' stata la sentenza vittoriosa per Awas Tingni. Sulla costa atlantica nicaraguese sono numerose le comunità indigene che si trovano nella precaria posizione in cui si trovava Awas Tingni, prive di un riconoscimento legale che delimiti con precisione i diritti e i doveri rispetto alla terra. Nella stessa situazione si trovano gruppi similari in Colombia, Ecuador e Bolivia che in questi ultimi tempi hanno adottato diverse forme di lotta (scioperi, marce, azioni di protesta) per portare alla luce il problema dell'esproprio e dello sfruttamento indiscriminato delle loro terre.