Stavolta si sono rivolti al tribunale. Dopo anni di blocchi stradali per impedire ai caterpillar di distruggere le loro foreste ancestrali, e ai camion di portare via i tronchi dei loro alberi, ora gli indigeni Penan hanno richiesto in tribunale il riconoscimento dei loro diritti.
Oggetto del contendere, 80.000 ettari di foresta nel Sarawak, la regione malese del Borneo, concessi ai colossi del legno Samling, Interhill e Timberplus ( le concessioni sono state assegnate alle loro sussidiarie, Damai Cove Resorts, Samling Plywood, Samling Reforestation e Timberplus).


I Penan sono in grado di fornire probe sul fatto che i loro antenati hanno abitato da tempo immemorabile le foreste ora contese. Le foreste forniscono ai Penan frutta e carboidrati (sago), resine essenziali per accendere il fuoco, gomma naturale, fibre e medicine, e hanno sfruttato queste risorse per secoli. La loro presenza è stata registrata già dai primi viaggiatori, che avevano descritto il piccolo commercio dei prodotti forestali, elemento ora essenziale per dimostrare, ai sensi della legge, che le foreste non solo erano abitate, ma anche sfruttate (ossia non erano mantenute improduttive).
Il governo del Sarawak infatti utilizza il cavillo dell'impiego produttivo della foresta, per assegnarla alle imprese forestali. Riuscirà il tribunale a fermare le ruspe.

 

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