Mentre a Copenhagen sono in corso le negoziazioni per limitare l'impatto globale della deforestazione sul clima, i Governi europei frenano la possibilità di avere una legge severa ed efficace (Regolamento FLEGT) che impedisca l'ingresso del legno illegale sui mercati europei.
Il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura della Commissione Europea, riunitosi a Bruxelles dal 14 al 16 dicembre, ha approvato il testo della “Proposta di Regolamento del Parlamento e del Consiglio che stabilisce gli obblighi degli operatori che commercializzano legname e prodotti del legno”, che mira a combattere il commercio illegale del legno e dei prodotti derivati. Il provvedimento prevede diversi adempimenti da parte degli operatori, allo scopo di garantire l’identificazione della provenienza del legno che gli stessi intendono commercializzare.
Vediamo i tratti salienti del Regolamento:
1. applicazione solo nella fase della prima commercializzazione e – al fine di evitare possibili contrasti con le norme del WTO – con riferimento a tutto il legno (e prodotti derivati), sia di origine comunitaria, che extra-UE;
2. previsto un sistema di obblighi giuridici (l’obbligo della c.d. “diligenza dovuta (DD)” nell’acquisto del legno) e - in caso di violazione - sanzioni. Il sistema consta di: misure e procedure che l’operatore deve applicare per rendere accessibili le informazioni sul prodotto venduto, analisi del rischio (di commercializzare legno illegale) e procedure per la mitigazione di tale rischio;
3. previste organizzazioni riconosciute dai singoli Stati o dalla Commissione Europea che aiutino gli operatori ad applicare il sistema della DD;
4. previste in ciascuno Stato membro UE l’individuazione di una (o più) Autorità Competenti per l’attuazione della DD;
5. previste di non sottoporre legno (e i prodotti derivati) coperti da un certificato FLEGT o un permesso di esportazione CITES dagli obblighi della DD, riconoscendo che tali prodotti siano già sottoposti a controlli più stringenti.
Il testo attuale, approvato sotto la Presidenza Svedese recepisce i cambiamenti emersi dopo oltre un anno di discussioni e negoziati, a partire dal documento originario varato dalla Commissione nell’ottobre del 2008.
Tutto bene, allora? Non proprio.
I Ministri dell'Agricoltura europei hanno votato contro una serie di importantissimi emendamenti al testo proposti dal Parlamento Europeo lo scorso aprile per rendere legalmente vincolante la legge sul commercio del legno illegale in Europa. Si è registrato un sostanziale rifiuto allo stabilire un livello minimo di sanzioni standardizzate a livello europeo per coloro che non rispettano la legge. I Ministri non hanno risposto alla preoccupazione del Parlamento che chiedeva esplicitamente di definire con urgenza cosa può considerarsi legale e cosa non può definirsi tale nella vendita del legno in Europa, di implementare una vera catena di custodia per i prodotti come il legno e la carta e di fornire strumenti efficaci alle agenzie preposte ai controlli. Uno strumento fondamentale per contrastare il taglio illegale e promuovere la gestione responsabile delle foreste – come la certificazione forestale secondo standard credibili e affidabili – è stato di fatto ridotto a ruolo marginale. Paesi come Inghilterra, Belgio, Olanda, Danimarca e Spagna hanno fortemente espresso il loro dissenso sulla decisione del Consiglio e hanno richiesto l'immediato bando del legno illegale dai mercati europei. La Francia e il Lussemburgo nonostante avessero, nella discussione parlamentare, sostenuto la necessità di un regime di sanzioni dissuasive hanno votato a favore dell'accordo del Consiglio.
Esistono sono anche altri elementi di preoccupazione. I prodotti ai quali si applica il Regolamento sono elencati nell’Allegato II, che potrà essere allargato a nuove tipologie merceologiche in sede di revisione. Attualmente, infatti, resta ampiamente scoperta un ampio segmento di mercato, rappresentato dai prodotti di stampa. Paradossalmente mentre si chiedono controlli più severi su materie prime (paste di cellulosa) e semilavorati (carte), non ci si cura minimamente dell’ingresso sul mercato europeo di prodotti finiti che potrebbero tranquillamente impiegare materie prime provenienti da tagli illegali o processi di degrado delle risorse forestali. Va precisato che è stato tuttavia raggiunto un accordo per realizzare uno studio di valutazione dell’entità delle importazioni di stampati in Europa.
E l’Italia?
Il nostro Paese, come confermato anche di recente da un rapporto ISPRA, è attualmente il più grande importatore di legname in Europa e uno dei principali a livello internazionale, con un conseguente ruolo di primissimo piano anche nell’import di legno illegale. Eppure, a fronte di ciò, si continuano a registrare ritardi e tentennamenti rispetto alle politiche internazionali di contrasto dei fenomeni di deforestazione e di degrado delle foreste. Ancora peggio, talvolta si registra un sostanziale ostruzionismo. Come ha commentato Chiara Campione di Greenpeace Italia “L'Italia, insieme a paesi come la Finlandia e il Portogallo ha fortemente sostenuto l'indebolimento della legge favorendo platealmente l'industria e andando contro la tutela e la volontà dei consumatori. Questo dimostra la distanza tra le posizioni formali sulla deforestazione - espresse di recente anche dal Ministro Frattini - e la realtà, quando si tratta di votare leggi e regolamenti”
Per arrivare al Regolamento definitivo, la proposta del Consiglio dovrà essere confrontata e armonizzata con quella del Parlamento Europeo, preso il quale la seconda votazione della proposta di legge dovrebbe avvenire sotto la Presidenza Spagnola dell’UE, nella prima metà del 2010.