Carboneria, 30 giugno 2003 - Alla vigilia della Presidenza Italiana dell'Unione Europea, Greenpeace occupa una segheria per denunciare il fenomeno della deforestazione illegale. Carboneria, Treviso - alle sette del mattino una trentina di attivisti di Greenpeace hanno occupato gli stabilimenti Veneta Legnami a Carboneria, TV. Un gruppo di climbers si è arrampicato sul tetto della Veneta Legnami issandovi un grande striscione Proteggiamo le foreste primarie", mentre due giganteschi alberi umani si aggiravano tra i tronchi centenari provenienti dall'Africa.
Nel magazzino dell'impresa, legname proveniente da imprese coinvolte nel taglio illegale in Africa:
* Cristal, impresa del discusso Hazim in Congo Brazzaville. Hazim è il numero uno dell'illegalità forestale in Camerun
* SEFN (Société d'exploitation Forestére de Noun) anch'essa coinvolta ufficialmente e già multata per taglio illegale
Veneta Legnami è anche cliente della camerunense Ingegnerie Forestiere, una compagnia già coinvolta nel taglio illegale. Secondo investigazioni condotte da Greenpeace, Ingegnerie Forestiere ha inoltre acquistato tronchi da una massiccia operazione di taglio illegale condotta in aree contigue alla riserva naturale di Dja, patrimonio universale dell'umanità . La segheria si è rifornita in passato di legname proveniente dalla MWPI (Maryland Wood Processing Industries), una compagnia del legno liberiana coinvolta nel traffico illegale di armi, che ha contribuito a portare il paese allo sfacelo della guerra civile.
Il legname lavorato dalla Veneta Legnami proviene dalle foreste del Bacino del Congo, in Africa centrale, una regione di altissimo valore ecologico, dalla quale dipendono numerose comunità di popoli nativi. Il taglio illegale in questa regione è strettamente intrecciato con fenomeni di corruzione, con crescenti conflitti sociali, e con una massiccia distruzione delle foreste primarie che minaccia animali rari quale l'elefante di foresta, lo scimpanzé e il gorilla di pianura.
"Domani inizierà il semestre italiano di presidenza europea, e il nostro paese ancora non mostra di essere pronto a gestire e promuovere il piano europeo contro il legno illegale" ha dichiarato Sergio Baffoni, di Greenpeace
La scorsa settimana Greenepace ha organizzato altre azioni dimostrative nei porti italiani per individuare e denunciare la presenza di legno o cellulosa di provenienza distruttiva. L'Italia è un grande importatore di legname tropicale africano, e dovrebbe essere all'avanguardia nella lotta al taglio illegale. Finora purtroppo il nostro governo ha fatto poco o nulla, e non esiste neppure una legge in grado di fermare il legno illegale.
"Nell'aprile del 2002 Fedecomlegno aveva sottoscritto un impegno comune con Greenpeace per contrastare l'arrivo in Italia di legname legato a conflitti armati. Si tratta di un passo coraggioso, ma il legno presente in questo magazzino dimostra come lodevoli impegni volontari non siano sufficienti a sostituire un quadro legale e un governo assente. Ora deve essere immediatamente varata una legge in grado di individuare e bloccare tutto il legname illegale e di sanzionare le imprese italiane che compiono crimini forestali all'estero, e d'altro canto impegnarsi ad usare solo legno o prodotti in legno provenienti da buona gestione forestale".