Migliaia di rumeni hanno protestato domenica nella capitale Bucarest e in altre città per protestare contro il diffuso disboscamento illegale, che ha portato all’assassinio di due guardie forestali. Nel centro di Bucarest, circa 4.000 persone hanno marciato verso il ministero dell'acqua e delle foreste, secondo le emittenti televisive locali, suonando la batteria e cantando "La nostra foresta non è la tua merce" e "Ladri".


Le proteste, organizzate da Greenpeace Romania e da altre associazioni ambientaliste, hanno richiesto indagini serie sugli imicidi delle guardie forestali, e una legge più seria per proteggere le foreste dal taglio illegale, e misure immediate di  tracciamento del legname.

La federazione sindacale degli operatori forestali Silva fa sapere che ben sei silvicoltori sono stati uccisi negli ultimi anni mentre altri 650 operatori forestali sono stati malmenati, attaccati con asce o coltelli o addirittura presi a fucilate dopo aver colto in flagrante taglialegna illegali.

Tra questi Raducu Gorcioaia, che è stato trovato morto nella sua auto con ferite alla testa il 12 settembre nei pressi di una foresta nella Romania orientale, e Liviu Pavel Pop, che è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco il 16 ottobre nella contea presso Maramures. La polizia sta ancora indagando su entrambi gli omicidi.

La Romania, ospita alcune delle ultime foreste vergini d’Europa, habitat di diversi animali selvatici, ma sta perdendo circa tre o nove ettari di foresta all'ora a causa del taglio illegale. Sempre domenica proteste minori si sono tenute nelle altre città rumene, con manifestanti che esponevano cartelli che recitavano "Emergenza climatica" e "Salviamo la foresta”.

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