CTS, FAI, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano e WWF hanno lanciato una petizione al Presidente della Repubblica per chiedere di fermare l'accordo di smembramento del Parco dello Stelvio, firmato l’11 febbraio scorso dal Ministero del’Ambiente, dalla Regione Lombardia e dalla Province autonome di Trento e di Bolzano. Nel loro appello le associazioni chiedono che continui ad essere garantita una gestione autonoma, unitaria, nazionale del parco, invece di assecondare gli appetiti localistici contro natura dei cacciatori e di chi preferisce il grigio dell’asfalto e del cemento al verde di un’area protetta.
Le Associazioni sostengono che con l’Intesa sottoscritta l’11 febbraio 2015 il Parco dello Stelvio difficilmente può ancora essere qualificato come nazionale. Due i motivi principali:
1) non esiste più una gestione affidata ad un ente nazionale autonomo con propria personalità giuridica, né una governance unitaria a tutela della natura; al contrario, le due Province di Trento e di Bolzano e la Regione Lombardia possono decidere di operare indipendentemente nelle loro rispettive zone di competenza;
2) nel comitato di coordinamento, che ha solo poteri generici di indirizzo, prevalgono gli interessi locali e non c’è alcuna vigilanza sulla gestione quotidiana dell’area protetta da parte dal Ministero dell’Ambiente.
Il Parco Nazionale dello Stelvio, istituito nel 1935, è uno dei parchi più antichi d’Europa ed il più esteso dell’arco alpino. Il Parco è nato per proteggere la fauna, la flora e i paesaggi del gruppo montuoso Ortles-Cevedale e le vallate alpine della Lombardia, Trentino e Alto Adige e per proteggere specie a rischio tutelate da convenzioni internazionali e dalle normative comunitarie come aquile, stambecchi, camosci, lupi e orsi, gipeti, galli cedroni, pernici bianche.
E' possibile firmare la petizione nei siti di CTS, FAI, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano e WWF.