Per millenni, dall’Europa all’Asia, all’Africa, gli alberi considerati simbolo di protezione e accoglienza. L’albero ripara dalla pioggia battente o dal sole, sotto l’albero si riposa il viaggiatore e medita il saggio. Intorno all’albero si raduna la comunità intera del villaggio. Oggi gli scienziati ci spiegano come gli antichi avessero ragione: gli alberi e le foreste ci proteggono dal cambiamento del clima, ci assicurano le falde acquifere, la stabilità del suolo, la vita di gran parte delle specie animai terrestri. Gli alberi e le foreste ci accolgono e ci proteggono.
I secolari pini mediterranei non stenderanno più i loro mitici ombrelli sulla via del mare: Roma ha deciso di sbarazzarsene. A causa dell’incuria infatti, gli alberi secchi condono, e allora qual’è la soluzione? Magari qualche potatura? No, abbatterli tutti.

Stupore e sorpresa in viale Tirreno, a Roma. Una giovane ragazza si è legata ad un albero e ha iniziato a suonare il suo violoncello. Si tratta di una musicista, Leila Shirvani. Accanto a lei, anche la sorella Sara, che ha accompagnato la melodia con un pianoforte. Hanno voluto portare la loro musica in strada per uno scopo ben preciso: difendere gli alberi del quartiere dagli abbattimenti.

Torna anche quest’anno la Festa dell’Albero, per promuovere il verde per contrastare le emissioni di CO2, l’inquinamento dell’aria, prevenire il rischio idrogeologico e la perdita di biodiversità. Quest’anno attraverso il motto Il futuro non si brucia!, intendiamo porre l’attenzione su un altro tema strettamente legato all’importanza della tutela degli alberi, ovvero il contrasto agli incendi boschivi, fenomeno che purtroppo ogni estate si ripresenta portando alla perdita di centinaia di migliaia di ettari di boschi e foreste. 

In tutto il mondo alberi “alieni” vengono piantati in grandi piantagioni commerciali per produrre materie prime industriali, causando danni irreparabili al suolo, all’ambiente e alle comunità locali. Per mano dell’industria, piante esotiche, o “aliene” strappate al proprio ambiente, scacciano gli ambienti naturali di un’altra regione. La colpa non è degli alberi, che sono essenziali nell’ambiente in cui sono nati e cresciuti, la colpa è di chi li pianta nel posto sbagliato, per profitto o per ignoranza.