Una nuova sentenza rovescia il verdetto del tribunale brasiliano che aveva ordinato la sospensione dei lavori di costruzione della diga di Belo Monte. Situata nel cuore dell'Amazzonia, Belo Monte è progettata per essere la terza diga più grande al mondo, in grado di produrre 11.000 di megawatt di energia. Ma a quale prezzo:la diga, lunga ben sei chilometri, sommergerà 500 chilometri quadrati di foresta, minacciando la sopravvivenza di 50.000 indigeni, e ha scatenato la reazione dei popoli indigeni della zona e degli ambientalisti, e una serie di azioni legali. Anche celebrità come Sting e James Cameron si sono uniti a indigeni e ambientalisti.
Una corte federale aveva ordinato la sospensione dei lavori fino a che il progetto fino a quando non fossero messi a norma con i parametri ambientali, ma la pochi giorni più tardi un'istanza più alta ha ordinato la ripresa dei lavori della diga eretta a simbolo dal nuovo Presidente brasiliano Dilma Rousseff.
La storia è iniziata ad agosto dello scorso anno, quando il governo brasiliano ha dato il via libera al consorzio Norte energia per la costruzione di una diga su un affluente del Rio delle Amazzoni, assicurando il via libera prioritario anche in presenza di irregolarità.