Oltre 36 morti accertati, e numerosi feriti. E' il primo bilancio degli scontri che hanno opposto l'esercito alle comunità indigene in Perù.
Gli indios amazzonici protestavano contro la cessione delle loro foreste ancestrali alle compagnie petrolifere e minerarie. Gli indigeni bloccavano le strade impiegate dalle compagnie, e il governo ha dato l'ordine ai militari di rimuovere i blocchi. Secondo l'associazione Amazon Watch, i manifestanti sono stati attaccati nel sonno, anche con l'impiego di elicotteri.
La dimostrazione indigena conclusasi con le violenze di venerdì sera è la reazione a una serie di leggi promulgate dal Presidente peruviano Alan Garcia, allo scopo di minare i diritti indigeni sui propri territori. Queste leggi sono state approvate senza consultazione delle comunità indigene coinvolte, in violazione della convenzione ILO169. Per contrastare le proteste, il presidente Garcia aveva ordinato lo stato d'assedio in Amazzonia, sospendendo tutti i diritti costituzionali nella regione.
Global Witness, Greenpeace, Environmental Investigation Agency, Salva le Foreste e numerose associazioni hanno inviato una lettera al governo peruviano e a all'associazione indigena Interethnic Association for the Development of the Peruvian Amazon (AIDESEP) chiedendo alle parti di riavviare il dialogo e evitare una nuova escalation del conflitto. Secondo le associazioni, la crisi in corso è la conseguenza del mancato riconoscimento dei diritti delle comunità indigene alle terre ancestrali e alle loro risorse naturali.
E' la seconda volta nel giro di un anno che le comunità indigene peruviane bloccano strade e fiumi impiegati dall'industria mineraria, richiedendo al governo l'apertura di un tavolo di consultazione."Il tragico svolgimento degli incidenti dimostrano che ignorare i diritti delle comunità locali e non coinvolgerle in un processo partecipativo sulla gestione delle loro terre, causa gravi conflitti sociali e porta al fallimento di qualsiasi politica" hanno aggiunto le associazioni.
Dai dati del Sipri risulta che l'Italia è stato il principale venditore di armi all'esercito del Perù (per 172 milioni di dollari, nell'anno fiscale 2007-8).