Amazzonia, ancora un indigeno ucciso. Aveva 15 anni.
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Fuoco sui difensori dell'Amazzonia, uccisi due "Guardiani della foresta"
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Un mese fa era toccato a Pualino Guajajara, capo pattuglia dei "Guardiani della Foresta". Sorpreso con suo cugino da un gruppo di tagliaboschi illegali è stato fatto fuori con due colpi al petto. Ieri è stata la volta di altri due membri della tribù: un’auto di colore bianca è passata sulla BR-226, l’arteria che taglia in due l’Amazzonia brasiliana, ha rallentato davanti al gruppo di indigeni che stava rientrando da una riunione sul tema della sicurezza e ha esploso numerosi colpi di arma da fuoco. Raimundo e Firmino Guajajara sono morti, altri due sono rimasti gravemente feriti.
Amazzonia, sotto tiro
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La soia brasiliana, legata all'accaparramento di terre e allo sfruttamento dei lavoratori, arriva in Europa e Asia centrale attraverso due tra i principali commercianti internazionali di materie prime agricole, Cargill e Bunge. Con la nuova indagine UNDER FIRE, Greenpeace International ha pubblicato nuove evidenze di violenze e intimidazioni contro comunità tradizionali nella regione brasiliana del Cerrado, all'interno dei confini dell’azienda agricola Agronegócio Estrondo che rifornisce Cargill e Bunge, i principali commercianti di materie prime a livello globale.
Piantagioni della discordia, capitolo 2
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Un nuovo rapporto pubblicato da una coalizione di associazioni ambientaliste indonesiane e dall'Environmental Paper Network rivela come la seconda impresa cartacea indonesiana Asia Pacific Resources International Limited (APRIL) sia coinvolta in centinaia di conflitti con le comunità delle isole indonesiane di Sumatra e Borneo. Piantagioni di conflitto: capitolo 2 fornisce risultati di mesi di investigazioni, mostrando come in sole cinque province dell'Indonesia, almeno 101 villaggi o comunità sono in conflitto attivo con le affiliate di APRIL o con i loro fornitori di legname, mentre oltre 500 villaggi potrebbero essere stati colpiti dalle operazioni forestali del gruppo.
La Romania protesta contro il taglio illegale
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Migliaia di rumeni hanno protestato domenica nella capitale Bucarest e in altre città per protestare contro il diffuso disboscamento illegale, che ha portato all’assassinio di due guardie forestali. Nel centro di Bucarest, circa 4.000 persone hanno marciato verso il ministero dell'acqua e delle foreste, secondo le emittenti televisive locali, suonando la batteria e cantando "La nostra foresta non è la tua merce" e "Ladri".